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MISURE PER L’AFFERMAZIONE DEI PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA IN OGNI ANGOLO DELLA TERRA: YULHMA V. BALDERAS ORTIZ.

MISURE PER L’AFFERMAZIONE DEI PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA IN OGNI ANGOLO DELLA TERRA 

di Avv. Yulhma V. Balderas Ortiz
Dottore di ricerca in Diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

La presente considerazione si riferisce alla necessità e l’urgenza di adottare misure per fare prendere coscienza ai cittadini del mondo della responsabilità che riveste la loro partecipazione nel prendere decisioni per la costituzione del patto sociale nei rispettivi Stati membri della Comunità Internazionale, che portino ad un benessere collettivo che affermi i principi della democrazia in ogni angolo della Terra.

Su questo argomento, risulta utile l’eredità universale del grande giurista italiano Piero Calamandrei, ed in particolare il suo discorso13 sulla Costituzione, tenutosi a Milano il 26 gennaio 1955. Sono passati 60 anni di questo discorso e se oggi fosse possibile una rilettura non soltanto per i cittadini italiani, ma per tutti i cittadini del mondo, forse sarebbe emesso in questo senso:

«Le Costituzioni non sono delle macchine che una volta messe in moto vanno avanti da sé. Le Costituzioni sono dei pezzi di carta, le lasciamo cadere e non si muovono. Perché si muovano bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alle Costituzioni è l’indifferenza alla politica, indifferentismo, che è, spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica. Quando si sente fare questo discorso, viene sempre in mente quella vecchia storiellina: quella dei due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano, su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca, con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora uno di questi contadini, impaurito, domanda a un marinaio “ ma siamo in pericolo?” e questo dice “secondo me, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda.” Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno, dice: “Beppe, Beppe, Beppe”,….“che c’è!” … “Se continua questo mare, tra mezz’ora, il bastimento affonda” e quello dice ”che me ne importa, non è mica mio!” Questo è l’ indifferentismo alla politica. E’ così bello e così comodo. La libertà c’è, si vive in regime di libertà, ci sono altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo sappiamo tutti. Il mondo è così bello. E vero! Ci sono tante belle cose da vedere, da godere oltre che occuparsi di politica. E la politica non è una piacevole cosa. Però, la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini delle generazioni passate hanno sentito per anni, e che si augura alle generazioni presenti e quelle future, di non sentire mai. Si augura, di non tornare mai a sentire quel senso di angoscia, in quanto si augura alle generazioni presenti e quelle future di riuscire a crearsi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo debbano provare mai, ricordando ogni giorno, che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica. Le Costituzioni, sono l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma sono l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va affondo, va affondo per tutti questo bastimento. Quindi sono le Carte della propria libertà. Le Carte per ogni cittadino del mondo al fine di garantirsi la propria dignità d’uomo. Si ricordi le prime elezioni in ogni angolo della Terra, dopo le conclusioni dei conflitti, i diversi popoli del mondo che da anni non avevano goduto delle libertà civili e politiche, la prima volta che andarono a votare, dopo un periodo di orrori, di caos: le guerre civili, le lotte, le guerre mondiali, andarono a votare. Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni. Disciplinata e lieta. Perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare, questa opinione della comunità internazionale, questo essere padroni di se stessi, del proprio paese, della loro patria, della loro terra; disporre delle loro sorti, delle sorti del loro paese. Quindi le generazioni presenti e quelle future, alle Costituzioni devono dare il loro spirito, la loro gioventù, farle vivere, sentirle come cosa loro, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto, che questa è una delle gioie della vita, rendersi conto che ogni cittadino del mondo, non è solo! Che siamo parte di un tutto, un tutto nei limiti del mondo. In queste Costituzioni c’è dentro tutta la storia dell’Umanità, tutto il passato della specie umana, tutti i dolori degli esseri umani, le loro sciagure, le loro glorie: son tutti sfociati negli articoli. E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a queste Costituzioni!! Dietro ogni articolo di queste Costituzioni o giovani cittadini del mondo, voi dovete vedere ad altri giovani cittadini del mondo come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in America, morti in Africa, morti in Europa, morti in Asia e morti in tanti luoghi del pianeta, che hanno dato la loro vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su queste Carte. Quindi queste non sono delle Carte morte. Queste sono un testamento, un testamento di milioni di cittadini del mondo morti. Ora se le generazioni presenti e quelle future vogliono andare in pellegrinaggio, nel luogo dove sono nate le rispettive Costituzioni, devono andare nelle terre dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque sono morti i cittadini del mondo, per riscattare la libertà e la dignità: devono andare lì, col pensiero, perché lì sono nate le Costituzioni dell’intera Comunità Internazionale».

Altri studi utili in merito a questo argomento, sono quelli del Vice Presidente emerito della Corte costituzionale italiana Prof. Enzo Cheli Nata per unire, Costituzione e conflitto pubblico14, opera scritta in primis per l’Italia, ma che a mio avviso, è un libro di portata universale. In esso vengono individuate le ragioni di ordine culturale, economico e politico che hanno favorito, nel corso della storia recente, “lo stare uniti” della società (Italia) e quali i fattori invece che hanno spinto, e tuttora continuano a spingere, verso una “disunione” civile. È convinzione diffusa che negli ultimi vent’anni i partiti politici (a livello globale, con alcune eccezioni dei Paesi virtuosi della Comunità Internazionale) non abbiano saputo contenere i crescenti squilibri sociali, il dilagare della corruzione, l’opacità degli interessi e l’egoismo delle corporazioni e che si assista a un degrado della vita pubblica mai registrato in passato. Eppure le Costituzioni (a livello globale, con alcune eccezioni dei Paesi meno virtuosi della Comunità Internazionale) offrivano e offrono gli strumenti del buon governo. È l’onda dell’antipolitica che porta a una frattura tra società e impianto costituzionale. Per riformare il sistema politico imperanti in alcuni Stati a livello planetario, in primis l’Italia, secondo la tesi del Prof. Cheli, non è necessario ricorrere alla revisione costituzionale, basta la legislazione ordinaria integrata dalla prassi e orientata a rafforzare i presupposti della correttezza, della trasparenza e del controllo sociale. In breve una nuova etica pubblica a livello globale.

NOTE: 

13Cfr. L’audio registrazione del Discorso sulla Costituzione tenuto da Piero Calamandrei il 26.1.1955 ad iniziativa della Società Umanitaria di Milano (www.umanitaria.it) è accessibile attraverso you tube: parte I, parte II, parte III. Si può consultare nella pagina web: http://www.issirfa.cnr.it/4397,46.html

14Cfr. Enzo Cheli, Nata per unire, Costituzione e conflitto pubblico, Il Mulino, 2012.

 

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