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MISURE PER LA PRESA DI COSCIENZA DEI CITTADINI DEL MONDO DELLA RICCHEZZA CHE PRODUCE LA DIVERSITÀ DELLE CIVILTÀ: YULHMA V. BALDERAS ORTIZ.

MISURE PER LA PRESA DI COSCIENZA DEI CITTADINI DEL MONDO DELLA RICCHEZZA CHE PRODUCE LA DIVERSITÀ DELLE CIVILTÀ 

di Avv. Yulhma V. Balderas Ortiz
Dottore di ricerca in Diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

La presente considerazione si riferisce alla necessità e l’urgenza di adottare misure per fare prendere coscienza ai cittadini del mondo della ricchezza che produce la diversità delle civiltà nel tessuto economico dei rispettivi Stati membri della Comunità Internazionale e di come gli atteggiamenti di xenofobia o razzismo sono fonti di odio e instabilità nocive per il tessuto sociale. Nel dossier34 statistico sull’immigrazione della Caritas – Migrantes 2013, risulta che la metà dei nordamericani e degli europei, vede l’immigrazione come un problema e che ciò deriva dall’ancora fortemente misconosciuta entità del contributo che la componente immigrata della popolazione continua a offrire allo sviluppo dei Paesi industrializzati: nei Paesi europei, ad esempio, la suddetta componente è cresciuta a ritmo accelerato negli ultimi vent’anni ed è arrivata non solo a coprire il deficit demografico, ma anche ad arginare gli effetti della crisi economica degli ultimi anni.

Secondo i rapporti sul lavoro e imprese dell’Ocse, il ruolo degli immigrati nella UE continua a crescere; in Italia lo scorso anno +111mila occupati provengono dall’estero Tra il 2009 e il 2014 nelle aziende sono cresciuti del 21,3% Gli immigrati hanno rivoluzionato il mercato del lavoro con un impatto di proporzioni enormi: negli ultimi dieci anni, questi hanno coperto il 70% dell’incremento dei posti di lavoro in Europa e il 47% negli Stati Uniti.

Dall’assistenza familiare all’edilizia, dalle imprese manifatturiere ai servizi, gli immigrati hanno riempito importanti nicchie del mercato del lavoro, soprattutto in Europa, e hanno creato nuove piccole imprese. Flessibili per necessità, hanno contribuito e agevolato l’espansione del mercato del lavoro, soprattutto in Europa. Il dibattito di questi mesi ruota prevalentemente sul fenomeno drammatico degli sbarchi: i migranti sbarcati sulle coste nell’ultimo anno (170mila) rappresentano il 3% della popolazione straniera residente regolarmente in Italia (circa 5 milioni).

Secondo la Fondazione35 Leone Moressa la componente immigrata, nonostante la crisi, ha mantenuto il tasso di occupazione, dovuto principalmente alla struttura demografica della popolazione straniera (più giovane, e quindi in età lavorativa), con un impatto diretto sul sistema economico. I 2,3 milioni di occupati contribuiscono alla produzione di circa 123 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero l’8,8% della ricchezza nazionale complessiva. Un altro contributo significativo all’economia italiana arriva dagli imprenditori stranieri, alla fine del 2014 sono oltre 632 mila, pari all’8,3% del totale. Nel periodo della crisi (2009-2014) in tutte le regioni c’è stato un aumento del 21,3%. I dati dimostrano il ruolo dei lavoratori stranieri nel sistema produttivo. Nell’ultimo anno gli occupati stranieri sono 2,3 milioni, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Gli occupati stranieri rappresentano circa il 10% dei lavoratori in Italia: nonostante l’emergenza sbarchi, la componente straniera è fondamentale per l’economia italiana e rappresenta un’opportunità di rilancio per l’intero sistema economico. Da qui al 2030, cioè tra 15 anni, secondo le previsioni Eurostat ci sarebbe infatti, in assenza di migrazioni, un calo della popolazione in età lavorativa nell’ordine di quasi 20 milioni di unità. Un calo che potrebbe tuttavia dimezzarsi se si tiene conto dei flussi migratori previsti da Eurostat secondo le tendenze del recente passato.

Altre stime della Commissione UE mostrano che tra il 2013 e il 2025 vi sarà una sostanziale stabilità (solo 3 milioni di crescita), ma soprattutto mettono in rilievo un riassestamento qualitativo che privilegia i livelli professionali alti (+21 milioni) a scapito di quelli medi (-5 milioni) e soprattutto bassi (-13 milioni). L’Italia verrebbe caratterizzata, pur a totale di forza lavoro invariato, da uno spostamento verso qualifiche più alte (+3 milioni compensato da un identico calo per la qualifiche più basse), oltre a quelle di espansione nel lavoro domestico: l’invecchiamento della popolazione farà da spinta propulsiva.

Su questo argomento risultano molto utile lo studio della Consigliera presso la Corte Suprema di Cassazione della Repubblica italiana, Magistrato Lucia Tria Stranieri extracomunitari e apolidi. La tutela dei diritti civili e politici36, in cui l’autrice individua la caratteristica peculiare della condizione giuridica degli stranieri migranti in Europa rappresentata dalla soggezione ad una pluralità di ordinamenti giuridici, sia a livello internazionale (e sovranazionale) sia al livello nazionale, con notevoli problemi di efficacia di tali strumenti nelle democrazie contemporanee.

 NOTE: 

34Il dossier, si può consultare nella pagina web: http://www.caritas.it/

35Il dossier, si può consultare nella pagina web: http://www.fondazioneleonemoressa.org

36Cfr. Lucia Tria Stranieri extracomunitari e apolidi. La tutela dei diritti civili e politici, Giuffrè Editore, 2013.

 

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